IL PONTE SULLE TORRI 3016, 2015-2016
Il progetto è nell’idea, ma non esiste architettura se non si fa
Dieci torri affiancate, una diga nel cielo, che immersa nel verde profondo diviene una Seconda Natura.
L’architettura è ritmo seriale, alternanza di pieno e vuoto, proporzioni classiche, eterna armonia. Le torri raccordate da archi gotici, citazioni di un romantico passato, terminano in un ponte che le unisce per una lunghezza di 220 metri; sono composte da un modulo base che, aggiunto l’uno sopra l’altro, si interrompe nel momento in cui la singola torre tocca terra.
La tipologia edilizia è unica nel suo genere, dal ponte posto a 90 metri di altezza si scende nelle torri per raggiungere la terra e toccare il verde della natura.
Le torri sono formate da 114 moduli che permettono a 220 persone di abitarci e lavorare occupando solo 700 metri quadrati di suolo; la Seconda Natura rispetta la Prima.
Ogni modulo è prefabbricato e composto da acciaio riciclato e sono presenti 94 moduli che misurano 6 metri di larghezza e 12 metri di lunghezza e 20 moduli che misurano 6 metri di larghezza per 14 metri di larghezza. All’interno dei moduli si vive guardati dalla natura e dal paesaggio urbano circostante; le camere da letto, il soggiorno e la cucina affacciano completamente verso l’esterno.
Il progetto supera i “luoghi comuni”, si carica di nuova forza immaginativa, ribalta i pregiudizi, si scende e non si sale, crea un nuovo modo di vivere e genera un nuovo paesaggio; non esiste paesaggio senza l’uomo.
L’idea è guardare oltre, pensare ad una felice utopia che mette tutto in discussione e che sia in grado allo stesso tempo di far nascere e soprattutto di far rinascere la vita umana.
Il progetto è l’incontro di due passeggiate, una sorta di cardo e decumano storicamente eterno: la prima è il ponte o meglio “la Passeggiata del corpo” che attraversa le due montagne e permette di accedere nelle torri e la seconda è “la Passeggiata dell’anima” che si pone trasversalmente all’altra a 50 metri di altezza e senza timore si proietta, in entrambi i prospetti, per 24 metri nel cielo.
La Passeggiata dell’anima è narrata all’interno di uno spazio prospettico misurato che completamente vetrato non ha massa visiva e supera il limite fisico tra esterno ed interno, tra soffitto e pavimento; è uno stato d’animo precario per il corpo ma pienamente assoluto per l’anima.
Le torri sono autonome dal punto di vista energetico e l’energia è prodotta dalla natura: l’energia elettrica è prodotta sia da vetri fotovoltaici trasparenti che impediscono anche la penetrazione dei raggi UVA nocivi e delle radiazioni infrarosse sia da pale eoliche ad asse orizzontale presenti tra un modulo e l’altro in soli 30 centimetri di spessore; l’acqua calda sanitaria è prodotta da pannelli solari termici integrati nella sommità dell’intero edificio. Il comfort termico è garantito da un impianto di ventilazione meccanizzata che permette il ricircolo dell’aria all’interno dei moduli senza bisogno di aprire le finestre.
Il “ponte delle torri” non è una costruzione fatta a capriccio, non è un’idea nata morta perché nelle sue ragioni di esistere dovute alla sua funzione vitale-abitativa e di collegamento tra le montagne nel pieno rispetto della natura, ha vita e può essere grande e diventarlo ancora di più nel tempo.